Lo sapevi che una delle più grandi teorie sulla comunicazione efficace, cavallo di battaglia di molti guru ed “esperti del settore”, è in realtà una fandonia?

Sto parlando della teoria di Mehrabian, non tanto famosa per il suo autore, quanto per il suo contenuto: “il processo comunicativo dipende per il 55% da elementi non verbali, per il 38% da elementi paraverbali e per il 7% da aspetti verbali”.

Questa teoria viene molto spesso utilizzata nei corsi di formazione: peccato che sia errata.

Facciamo un passo indietro: quanto conta la comunicazione?

Per definizione, la comunicazione è il processo di trasmissione di un messaggio, da un soggetto emittente a uno ricevente.

Come ci ricorda lo psicologo Paul Watzlawick, “non si può non comunicare”.

Tutti comunicano: tutt’altro paio di maniche è comunicare in modo efficace.

Se hai una buona idea, ma non sai comunicarla… sarà sempre e solo una buona idea!
Non a caso, le persone di successo sono dotate di un’ottima capacità oratoria: hanno una visione e soprattutto sanno trasmetterla in modo chiaro ed efficace.

Comunicare bene fa la differenza!

La teoria di Mehrabian: la più grande bufala sulla comunicazione efficace

I 3 livelli della comunicazione

Nel 1967, lo psicologo statunitense Albert Mehrabian definì i 3 livelli di comunicazione:

  • Non verbale: tutto ciò che riguarda il movimento del corpo, la gestualità e la postura
  • Paraverbale: tutto ciò che riguarda il tono della voce, la velocità e il ritmo
  • Verbale: tutto ciò che riguarda il contenuto e l’informazione trasmessa.

Secondo la teoria di Mehrabian, in una comunicazione gli aspetti dominanti sono quelli non verbali e paraverbali.

Sull’onda di questa teoria, molti “guru” si sono schierati: “non conta cosa dici, ma come lo dici!”

Niente di più falso!

Come può una delle teoria più conosciute e diffuse nel mondo essere errata?

La grande truffa della comunicazione efficace

Con la pubblicazione del suo libro “Nonverbal Communication”, la teoria delle percentuali divenne di dominio pubblico. Di seguito venne presa e riproposta da numerosi consulenti, i quali però si scostarono dalla vera essenza della legge.

Ciò che è venuto a mancare è stato la contestualizzazione della teoria. Questa legge è valida solo quando si comunicano sentimenti e atteggiamenti.

In altre parole: a meno che il comunicatore non stia parlando dei propri sentimenti e atteggiamenti, questa teoria è inapplicabile.

Il grande inganno non sta perciò nella legge stessa, bensì nella sua interpretazione.

Lo stesso Mehrabian ha più volte tentato di sfatare questo mito, condannando tutti quei formatori e consulenti che ne hanno abusato, e tutt’ora travisano il vero senso della regola.

Comunicazione efficace: Ma allora quanto contano le parole?

Contrariamente a tutti quelli che screditano la comunicazione verbale, le parole sono fondamentali.

Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di comunicazione e interazione umana, qualifica le parole come lo strumento con cui definiamo la realtà circostante.

In definitiva, in un processo di comunicazione è importante “cosa” dici tanto quanto “come” lo dici.

Sempre secondo Borzacchiello l’errore sta nell’attribuire delle percentuali fisse ai 3 livelli di comunicazione.

Conclusione

Oggigiorno le percentuali di Mehrabian sono ancora frequentemente ed erroneamente divulgate. Purtroppo, alla base di questo circolo vizioso c’è la poca volontà di approfondire la legge: è sempre stata divulgata in questo modo, quindi perché dubitare?

Ecco perché ti consiglio di sviscerare sempre ciò che studi: non dare nulla per scontato. Ne va della crescita tua e di chi ti sta intorno.

Prima di salutarti, come detto precedentemente, ribadiamo un concetto utile: tutti comunicano, ma solo chi sà farlo in modo efficace sa differenziarsi tra la folla.

Per questo motivo  ti consiglio di leggere il nostro articolo sulla tecnica dello storytelling: scoprirai come dare valore a ciò che comunichi grazie al potere dei racconti.

La teoria di Mehrabian: la più grande bufala sulla comunicazione efficace

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