Come sono nati i meme? Qual è stato il primo meme della storia? Perché funzionano? Come vengono utilizzati nel marketing aziendale? 

Troverai la risposta a queste e ad altre domande nell’articolo.

meme sul web 2021

Nascita e origini dei meme

Partiamo dall’inizio. Cosa si intende per meme? 

Ecco la definizione di Treccani: “il singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro”.

Proseguiamo con quella dell’Accademia della Crusca, che si concentra sull’elemento della viralità: “È un elemento culturale o di informazione che, per qualche sua caratteristica, diviene chiaramente riconoscibile e riproducibile, e si diffonde in maniera velocissima, potremmo dire virale, per l’appunto, anche grazie alle possibilità date dai nuovi canali di comunicazione. In Internet un meme può prendere la forma di un’immagine, un collegamento ipertestuale, uno spezzone video, un sito web o uno hashtag. Potrebbe anche essere una singola parola o una frase, contenente magari un errore commesso intenzionalmente per fini espressivi”. 

Il concetto di viralità è fortemente correlato al mondo del web che per permette la diffusione istantanea di contenuti in tutto il globo. Tuttavia l’origine della parola meme ha basi molto più scientifiche di quanto si potrebbe pensare. 

È stato Richard Dawkins, biologo neodarwinista, a coniare negli anni ‘70 l’espressione “meme”. Nel suo saggio “Il gene egoista”, cita la parola meme attribuendogli il significato di “idea che si diffonde da cervello a cervello”. 

Dawkins infatti sosteneva che in campo culturale sono i meme a creare una determinata cultura. Il meme sarebbe quindi un’unità di pensiero che si propaga e viene condivisa diventando consuetudine. Queste unità possono tradursi in forme diverse: semplici, come una canzone, un’immagine, un’idea, una teoria o un motto oppure, sommandosi, complesse (per esempio una religione o una teoria scientifica o filosofica). 

La trasmissione di queste unità chiamate meme come avviene? Attraverso la comunicazione. E quando la comunicazione non è efficace, secondo Dawkins, si vengono a creare delle storture, delle mutazioni, rispetto all’idea originale. 

Dal 2010 l’avanzata dei social network e la crescita di nuove forme di socialità sul web, generano spontaneamente contenuti irriverenti, ironici e a volte intenzionalmente nonsense: i meme come li conosciamo oggi. 

Perché i meme hanno tutto questo successo sul web?

Perché si inseriscono a pieno titolo nella cultura del remix, come intesa dal sociologo Lessig. 

Il valore del remix risiede nell’abilità di generare infinite variazioni a partire da un tema, in un processo di creazione collettiva che non ha un autore definito e non segue le regole del Copyright che proibiscono l’utilizzo della proprietà intellettuale altrui.  

Nella complessa narrazione collettiva che è lo spazio web, chiunque può diventare l’autore di un meme che diventa virale e si diffonde in tutto il mondo. Lo può fare utilizzando un contenuto nativo, ad esempio una fotografia scattata in prima persona, oppure utilizzando la scena di un film, di una serie tv o di un fumetto. 

Appropriarsi di un oggetto culturale protetto da Copyright non è permesso, eppure il fatto che questo venga ricontestualizzato non lo rende soggetto a critiche né rivendicazioni da parte di chi ne detiene i diritti di riproduzione. 

Oggi l’espressione meme infatti è correlata al web e allude a contenuti divertenti – immagini, video o testi – che in breve tempo diventano virali per la loro capacità di colpire l’immaginario e suggestionare chi li osserva.

Funzionano per svariati motivi. 

  1. Fanno sentire l’utente parte di una community: ogni meme funziona e diverte a patto che chi lo crea e chi ne fruisce condividano una cultura di riferimento e siano parte di un gruppo; in questo modo sarà possibile la decodifica del massaggio. 
  2.  L’intrattenimento funziona: tutti noi siamo alla ricerca di svago e Internet è il luogo dove questo bisogno viene soddisfatto rapidamente.
  3. Gli utenti hanno la possibilità di scegliere: se limitarsi a riderne, condividerli, oppure ancora diventare parte attiva e contribuire alla creazione di un nuovo meme.

Qual è stato il primo meme?

Recentemente sono stati individuati alcuni esempi di meme che risalgono agli anni ‘20. Nello specifico si tratta di vignette pubblicate dalla rivista “Winsconsin Octopus” dell’Università dell’Iowa. Mostrano due situazioni contrapposte la cui diversità risulta comica.

Stupisce la modernità dello stile visivo e di scrittura.

primo meme 1920

storia dei meme

I meme nell’epoca di internet

Oggi tutto può diventare un meme, una GIF, un video di breve durata, il frame di un film, una battuta, un fatto di attualità, un balletto (vedi TikTok), una mossa (Dab Dance), una challenge o un’immagine.  

Vediamone alcuni tra i preferiti di OTO Agency!

Be like Bill

Uno dei primi meme che ha spopolato sul web. Il suo esordio risale al 2010, quando ancora Bill (il soggetto) si chiamava Tim e faceva la sua prima apparizione sul sito JoyReactor. Un anno dopo la società Queensland sfrutta il meme per lanciare una campagna di sensibilizzazione sui comportamenti da tenere in treno. 

Bill è un uomo stilizzato che rappresenta un utente del web. La sua figura è abbinata a un testo narrativo nel quale si contrappone il suo comportamento, rispettoso della netiquette, a quello di altri utenti che invece non lo sono. Qui sotto ecco due esempi.

be like bille meme

Hide the Pain Harold

La traduzione letterale è “Harold nascondi il dolore”. Chi è Harold in realtà? Si tratta di Andràs Aratò, un ingegnere ungherese che, notato da un fotografo di foto in stock, si prestò a fargli da modello. La sua espressione peculiare è stata interpretata dal popolo del web come simbolo dell’angoscia esistenziale mascherata con un sorriso di circostanza.

harold nascondi il dolore

Gatto SchifoMadò

Versione italiana del meme statunitense “woman yelling at a cat”. Il meme in questione è composto da due immagini da leggere in sequenza. A sinistra Taylor Armstrong, attrice del reality show “The Real Housewives of Beverly Hills” durante una discussione animata, a destra un gatto con espressione confusa, seduto a un tavolo da pranzo con un’insalata davanti. Il gatto in questione è stato inizialmente postato su Tumblr con la caption “non ama le verdure” e ha riscosso subito successo. 

L’effetto complessivo è uno scontro verbale nel quale una parte è eccessivamente emotiva e l’altra confusa.

gatto meme divertente

Confused Travolta

Vincent Vega, interpretato da John Travolta in Pulp Fiction, è il protagonista di questo meme, che ha visto l’apice del successo nel 2015. La gif mostra Vincent che, confuso, si gira da una parte all’altra. La sua prima apparizione sembra risalire al 2012, quando un utente lo utilizzò come reazione ad un commento. Il meme viene associato a diverse ambientazioni per indicare un momento di perplessità.

meme john travolta

Matrix Morpheus

Il meme ispirato da Morpheus mostra un primo piano del personaggio di Matrix collegato a due linee di testo, la prima è un incipit fisso “E se ti dicessi che…”, la seconda è una frase ovvia che, detta con tono rivelatorio, risulta ironica e divertente. Viene utilizzato per la prima volta nel 2020 per parlare della difficoltà nel trovare il lato giusto per inserire una chiavetta USB.

morpheus matrix meme

True Story

Il meme ha origine dal personaggio Barney Stinson, interpretato dall’attore Patrick Harris, della serie tv “how I met your mother”. La sua espressione viene associata alla dicitura “true story” per indicare comprensione e vicinanza rispetto a una situazione.

barney true story meme

La ricetta per meme di successo

Il luogo perfetto per la circolazione dei meme sono i social, che ne facilitano la condivisione e quindi la viralità. Ma come realizzare un meme che sia di successo per far sì che i nostri utenti vi interagiscano? La ricetta la prendiamo direttamente da Dawkins (il biologo, ricordi?). 

Secondo le sue indicazioni per riuscire al meglio un meme deve possedere 3 caratteristiche: 

  1. longevità, essere in grado di sopravvivere nel tempo;
  2. fecondità, poter essere replicabile potenzialmente all’infinito;
  3. fedeltà, le sue variazioni devono rispettare l’originale. 

E tu, hai mai provato a creare un meme per la tua azienda? 

Intercettare l’attenzione degli utenti è diventato sempre più difficile sul web, ma creare meme ti permette di inserirti nella conversazione online utilizzando un linguaggio nativo, riconosciuto dalla tua target audience. In questo modo puoi farti notare senza correre il rischio di interrompere il naturale flusso di contenuti a cui si sottopone volontariamente l’utente.

Non solo non lo disturbi, ma lo diverti. In cambio potrai anche ottenere condivisioni e apprezzamenti che renderanno il tuo contenuto virale, attirando altri click.  

Che tu crei un tuo meme a partire da zero o che tu sfrutti quelli che circolano già sul web, testare non costa nulla. 

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