Cosa hanno in comune un Art Director e un direttore d’orchestra?

Abbiamo provato a paragonare il lavoro dell’Art Director a quello di un maestro che scandisce i ritmi e armonizza le sinfonie degli strumenti.

Quali sono le note e gli spartiti che la nostra Laura Regazzoni utilizza per coordinare i progetti di comunicazione di OTO? 😍

Lo abbiamo chiesto direttamente a lei in questa intervista. Buona lettura!

Ciao Laura. Come prima domanda, vorrei chiederti di raccontarci la tua esperienza professionale a partire dagli esordi. Come sei arrivata a essere l’Art Director di OTO Agency?

Sembra una frase fatta ma… ho sempre sognato di fare questo lavoro.
Il percorso di studi è stato da subito nel campo della grafica pubblicitaria e tutte le mie esperienze professionali si sono svolte nel campo. Dapprima nel mondo agenzie, poi come freelance e di nuovo in agenzia con il mio avvento in OTO.

Vista la tua pregressa esperienza come freelance, possiamo dire che, con l’arrivo in OTO, c’è stato un vero e proprio passaggio da solista a direttore d’orchestra. Come sta andando? Difficoltà? Soddisfazioni?

In realtà anche da freelance non ero sola ma mi affiancavo e coordinavo più professionisti per poter offrire ai miei clienti progetti di comunicazione completi. Il tutto però non condividendo spazi e tempi ma, specie in pandemia, lavorando a distanza.
Mi mancava il team inteso come contaminazione, osmosi, relazione quotidiana, aspetti stimolanti quanto accrescitivi sia come professionista che come persona.

Quindi posso dire che in OTO il passaggio è stato, per mutuare la metafora musicale, da band ad orchestra.

Le sfide non mancano, ricopro un ruolo nuovo, con dinamiche nuove e per cui serve formarsi, provare, riprovare (mi ricorda le lezioni di musica da bambina, suonavo il clarinetto 🙈). Al contempo trovare un team così ben rodato, di professionisti capaci, che hanno a cuore il proprio lavoro e investono nel loro miglioramento è rassicurante, oltre che stimolante.

Cosa fa un Art Director in OTO? Con quali altre figure e aree lavora?

Risposta secchiona, attenendomi al mansionario. 😁
L’Art Director cura la direzione creativa dei progetti verificando la coerente declinazione degli stessi su tutti gli asset di comunicazione online ed offline finalizzati alla promozione e al posizionamento del Brand e dei suoi prodotti/servizi in linea con gli obiettivi del business condivisi con i clienti.

Aggiungo che, per fare questo, è importante non solo la comunicazione con le figure dell’area content ma anche con i referenti delle altre aree.

Oltre a essere Art Director, in OTO ricopri anche il ruolo di responsabile dell’area comunicazione. Come bilanci questi due ruoli per trovare il giusto equilibrio?

L’area comunicazione in OTO è come “un’agenzia nell’agenzia”, più aree (comunicazione, strategia & marketing, sviluppo) che collaborano e interagiscono tra loro, oltre alle figure dei vari team che serve lavorino in modo coordinato sui progetti.
Non è sempre facile trovare un bilanciamento tra i due ruoli, ma poter contare su un team di professioniste (possiamo dirlo che la nostra area è 100% girl power? 😍) e di un team allargato in cui confronto e supporto sono all’ordine del giorno è certamente un supporto quotidiano a entrambi i ruoli che svolgo.

 

Quanto conta l’ispirazione nel tuo lavoro? Da dove attingi quando devi pensare a una nuova campagna di comunicazione?

Anche il mio lavoro, come la musica, si nutre di ispirazione perché stimola il processo creativo e attiva le sinapsi dalle quali emerge l’idea che stavi cercando, l’unione dei famosi puntini che danno vita a un concept che unisca estetica e funzionalità per raggiungere l’obiettivo di comunicazione che ci eravamo prefissati con il cliente.

Ispirazione per me significa: osmosi e confronto con il team, vivere la quotidianità cercando di avere sempre uno sguardo curioso (dietro gesti o situazioni semplici e normali si possono celare link creativi inattesi) e poi portali online dedicati a grafica e creatività oltre che frequentare mostre, musei e iniziative artisticamente stimolanti.

E quanto conta, invece, l’approccio più strategico?

Uno slogan Pirelli tanto datato quanto calzante a questo proposito, recitava “la potenza è nulla senza controllo”. Ergo: grafica e creatività da sole possono gratificare esteticamente, e anche generare il famoso effetto “wow”, ma senza strategia tutto questo sarebbe un’incensazione un po’ gratuita del brand che, invece, con un approccio strategico può raggiungere davvero coloro per i quali il messaggio è stato studiato, portando beneficio reale al brand in termini di posizionamento e riconoscibilità.

Come descriveresti il tuo rapporto con il design?

Il graphic design è sempre stata la mia passione, dagli elaborati artistici dell’infanzia a oggi il linguaggio visivo è stato tutt’uno con la mia vita: ne ha dettato le scelte professionali certo, ma anche nella vita scoprire il design nella quotidianità e apprezzare la genialità e la bellezza della comunicazione che mi circonda mi emoziona e mi stimola sempre.

 

C’è un consiglio prezioso che ti hanno dato e che ora daresti anche agli altri nel tuo campo?

C’è un fil rouge che lega i professionisti che ho conosciuto, a cui sono rimasta più affezionata e che mi hanno trasferito di più negli anni, ovvero il dare senso ad ogni progetto. Quasi un approccio umanistico direi, che si traduce nel “confezionare” idee che non si fermino alla superficie ma portino con sé messaggi più profondi. Perché i brand sono come persone e tutti hanno una storia da raccontare, molto più umana del business che generano.

Tra i lavori nel tuo portfolio ce n’è uno in particolare che ti è rimasto nel cuore?

Senza dubbio il progetto estivo degli oratori della Lombardia che ho seguito per oltre 10 anni.
Da ex animatrice di oratorio è stato emozionante poter “vestire” graficamente l’estate dei ragazzi, traducendo in grafica i contenuti generati da un’equipe di lavoro con la quale ho avuto uno scambio umano e professionale che mi ha dato molto.
Sul sito www.cregrest.it/storia, c’è la raccolta delle ultime edizioni che ho curato… quanti anni sono passati?! 😁

 

Grazie per la chiacchierata, Laura!

 

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