Quale migliore occasione del mese dedicato alla scoperta del Graphic Design per conoscere meglio il nostro Art Director Fabio Milesi?

Nome

Fabio

Cognome

Milesi

Età

30 

Qual è il tuo ruolo

Digital Art Director

Hobby e Passioni

Mi piace fare un sacco di cose che oscillano tra la natura dei luoghi che vivo, il movimento e ogni tanto il divano.

Ho un‘ossessione per il calcio, giocato, raccontato, tifato e guardato: mi piace trascorrere weekend alla scoperta di borghi e luoghi nuovi.

Software preferito 

Personalmente il software su cui mi piace di più smanettare è Illustrator.

A tal proposito mi piacerebbe fare una riflessione: rispetto a qualche anno fa in cui uno dei metri di confronto tra designer e grafici era “Quale programma usi?” ora per fortuna gli strumenti e la tecnologia stanno sempre più diventando un supporto per il lavoro dei visual designer e non un asset.

Steve Jobs diceva: “La tecnologia è nulla. Quello che è davvero importante è l’avere fede nelle persone, che loro siano sostanzialmente capaci e intelligenti, e che se gli fornisci degli strumenti, loro saranno in grado di fare cose fantastiche”.

App, strumento o piattaforma preferita

Ho provato a fare un giro sulla lista di cartelle dei miei siti aggiunti ai preferiti e ne ho contati più di 300, di cui almeno 10 blog su Medium che ruotano attorno al tema della comunicazione.

Sicuramente ogni momento ha una sua piattaforma “preferita”. Ad esempio durante l’ultimo anno ho passato un sacco di tempo su Houzz essendo in fase di ristrutturazione e arredo casa.

Quando devo lasciarmi ispirare a livello grafico bazzico soprattutto su Behance e Pinterest.

Quando la sera sul divano voglio vedere dei nuovi contenuti faccio zapping soprattutto tra Disney+, Dazn e Netflix.

A proposito, su Netflix la serie tv preferita e che ho visto due volte: Breaking Bad.

Quando voglio svagarmi è il momento di Sorare, un fantasy game sul calcio basato su tecnologia blockchain e sulle cryptovalute. 

Cibo preferito

Mi piacciono tantissimi piatti diversi: da piccolo il mio piatto preferito era la mozzarella in carrozza. Non so quanto sia interessante ma sicuramente divertente da pronunciare oltreché molto buono.

Ora mi piace provare spesso piatti nuovi anche di origine e tradizione diversa.

Forse il cibo a cui penso e di cui non mi stancherò mai è un bell’hamburger gourmet con una bella birra IPA fresca!

Canzone preferita

La musica accompagna molto le mie giornate e i miei momenti, sia lavorativi che non.

Se mi venisse chiesto di indicare un genere preferito farei molta fatica, dato che spazio dall’indie al country, dal jazz al cantautorato italiano, passando per il rock e il pop più pop degli anni ‘90.

Mi piace associare determinati autori a precisi momenti della mia vita, in cui certi pezzi musicali mi hanno accompagnato come delle vere e proprie colonne sonore.

Proprio su quest’onda, la mia canzone preferita è una canzone mega nostalgica, che mi ricorda il periodo che ho trascorso in Canada post-università nel 2014: Old Pine di Ben Howard.

Citazione preferita

Diversi anni fa stavo andando in treno da Milano all’Aquila, un sabato pomeriggio, per partecipare come pubblico a un evento della rivista Wired.

Durante il tragitto, recandomi nel bagno del treno, mi ricordo di aver visto affisso sul muro di fronte a me una piccola targhetta che recitava: 

“La tua ricchezza è nelle tue idee”.

 

Sarà stato il viaggio a contribuire al valore di quel momento, ma quella frase è impressa nella mia memoria!

Film preferito

Il calcio è la mia ossessione, di conseguenza “Febbre a 90°”: un film pazzesco.

Libro preferito

“Il bar delle grandi speranze”, un romanzo di Moeringher che ho letto prima del mio viaggio in Canada e che mi ha fatto calare completamente nella realtà della vicenda narrata; il libro che mi ha appassionato di più nella mia vita.

Raccontaci un aneddoto

Quello che più mi piace del mio lavoro è il processo, sia creativo che operativo, che caratterizza il mio modo di lavorare. 

È infatti dimostrato che il cervello umano elabora le informazioni visive 60.000 volte più velocemente del tempo che gli serve per decodificare del testo.

Noi visual designer – e chiunque si occupi di comunicazione visiva – dobbiamo essere consapevoli di avere delle responsabilità sulla percezione che il pubblico avrà nel momento in cui entrerà in contatto con le interfacce e le immagini che abbiamo progettato. 

Per raggiungere un’efficacia comunicativa, che si coniughi con il rispetto di scelte visivamente apprezzabili e d’impatto, la comunicazione visiva sta assumendo un ruolo sempre più importante: basti pensare alla Brand Identity, ai siti web, agli ecommerce, alle newsletter, alle landing page, ai social e tutto ciò che ruota attorno alla comunicazione visiva.

È in un periodo storico basato sulla velocità e l’istantaneità delle informazioni che anche il digital marketing deve sempre più interessarsi a un approccio basato sui contenuti visivi e sull’organizzazione degli stessi.

Nell’era digitale non si parla più solo di scelte grafiche, ma soprattutto di strategie grafiche in grado di integrarsi con quelle di business e di marketing di un brand.

Questa, secondo me, è la sfida che Art Director, Graphic Designer e Web Designer devono portare avanti per creare sempre più cultura e divulgare informazioni utili e formative sulla comunicazione e la percezione.

Grazie mille Fabio!

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