Qual è la differenza tra la scrittura giornalistica e quella di un copy che deve tener conto delle temutissime regole SEO?

Abbiamo chiesto alla nostra Content Specialist Carmen Pupo di raccontarci quali sono le difficoltà che incontra, le strategie che utilizza per gestire la sua doppia identità e quali sono gli aspetti più divertenti del suo lavoro. Buona lettura!

Ciao Carmen! La prima cosa che ti chiedo è parlarci della tua formazione e della tua esperienza nel mondo del giornalismo.

Ciao! La mia formazione accademica inizia con una laurea triennale in sociologia che ho conseguito all’università di Catanzaro. Dopo aver frequentato un corso di perfezionamento in criminologia e ricerca sociale, sempre in Calabria, ho sentito la necessità di dare una svolta al mio percorso, coltivando la mia più grande passione, ovvero la scrittura.

A Bergamo ho trovato un corso di laurea magistrale che mi sembrava perfettamente in linea con questa mia volontà: “editoria e comunicazione visiva e digitale” che mi ha fatto riscoprire la voglia di studiare e mettermi in gioco. Proprio durante una lezione, una docente ci disse che L’Eco di Bergamo metteva a disposizione la possibilità per gli studenti di collaborare alla realizzazione di articoli per la sezione culturale.

Così, senza pensarci troppo, mandai il curriculum. Il caporedattore mi chiamò dopo una settimana proponendomi un colloquio e da lì ho cominciato a curare per più di un anno una rubrica in cui raccontavo la mia vita in chiave ironica cercando di stemperare i pregiudizi legati al mondo della disabilità.

Ad oggi mi occupo di interviste per eventi legati al territorio, recensione di serie tv e new media.

Pagina di word

Dunque, la domanda è d’obbligo. Come sei finita in OTO Agency a fare la copywriter 😉?

Ho conosciuto Oto Agency nel periodo in cui ero alla ricerca di un’azienda nella quale intraprendere un percorso di tirocinio curriculare nell’ormai lontano 2020. La cosa strana fu che ho iniziato e terminato quell’esperienza in smart working poiché eravamo tutti bloccati in casa a causa dell’emergenza sanitaria.

Tuttavia non smetterà mai di ringraziare tutto il team di OTO sia per le opportunità di crescita e di formazione, che per avermi dato una parvenza di normalità in un momento difficilissimo. Sono poi entrata a far parte a tutti gli effetti del team OTO due anni dopo. 

Ti va di raccontarci cosa significa per te essere una copywriter all’interno di una digital agency? Di cosa ti occupi quotidianamente?

Quello del copywriter è per me un ruolo di grande responsabilità. Entrando a far parte di un’agenzia, ho subito capito cosa significa lavorare in gruppo, con la scrittura che diventa la parte più ampia di un processo che include un’organizzazione precisa, il dialogo con una dimensione visuale e la capacità di gestire linguaggi e registri diversi.

Nello specifico, io mi occupo di curare la comunicazione delle aziende nel mondo digital che operano nei settori più disparati. Diciamo che la chiave di lettura di questo lavoro risiede nella capacità di sapersi destreggiare in questo mondo variegato pur mantenendo la propria identità. Anzi, per certi versi, sono proprio l’identità del copy e il suo carisma a dare un impatto concreto e a fare la differenza, secondo me.

Macchina da scrivere

Comunque, il mondo del giornalismo non lo hai mai abbandonato. Al momento, infatti, stai portando avanti entrambi i ruoli: quello della giornalista e quello della copywriter. Sei un po’ il dottor Jekill e mister Hyde dei giorni nostri. Quali sono le differenze, le peculiarità e le difficoltà di queste due tipologie di approccio alla scrittura?

Io provengo dal mondo della scrittura giornalistica che può concedersi delle licenze, per certi versi. Scrivere copy ha inevitabilmente comportato la necessità di rivedere i miei schemi mentali, anche le strutture sintattiche, soprattutto perché quando scrivo per diletto tendo ad essere prolissa e a divagare.

Diciamo che fare copywriting mi ha permesso di acquisire un metodo, anche se, se si utilizza un approccio d’insieme ci si può rendere conto che sia quando si scrivono copy che quando si scrivono articoli di giornale, si vuole ottenere il medesimo risultato, ovvero essere letti.

Cosa ami di più della scrittura giornalistica e cosa della scrittura pubblicitaria per il web?

Della scrittura giornalistica mi piace l’idea di raccontare storie. Il motivo principale che mi ha sempre spinto a scrivere è quello di emozionarmi ed emozionare. Negli anni la scrittura giornalistica mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone e confrontarmi con tante realtà che hanno messo in discussione il mio modo di pensare e ogni esperienza si è conclusa con un insegnamento che mi porto dentro.

La scrittura per il web dall’altro lato mi ha permesso di uscire dalla mia zona di comfort, di relazionarmi con clienti importanti e di toccare con mano le ricadute significative che la comunicazione in senso lato, ha nella vita di tante aziende e di tanti professionisti. Ancora oggi mi sento onorata e privilegiata.

Qual è stato il tuo primo lavoro o progetto da copywriter che ti ha davvero entusiasmato e gratificato?

Occupandomi della comunicazione per società di energia con una vocazione e un’attenzione particolare alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente, mi sono resa conto di quanto il rispetto del pianeta passi dalle scelte che compiamo quotidianamente e più in generale dall’adozione di politiche che sfruttano le fonti di energia rinnovabile. Ora più che mai, fare questo tipo di comunicazione non è solo un lavoro ma un vero e proprio impegno a sensibilizzare gli utenti ad interessarsi a questi tempi.

In generale mi piace anche seguire la comunicazione per i giovani che investono nella creazione di progetti digital e si impegnano per realizzare i loro sogni.

Taccuino nero

Parliamo per un attimo di formazione: chi sono stati (o continuano ad essere) i tuoi mentori? Che tipo di formazione hai seguito o stai ancora seguendo per migliorare la tua scrittura per il web?

Se devo pensare ad un mentore indiscusso, la prima persona che mi viene in mente è Giovanni Fucili. Lui è stato la prima persona che mi ha accolto in OTO, è il primo punto di riferimento in agenzia quando c’è qualcosa che mi turba o mi preoccupa. Riesce sempre a trovare le parole giuste per rassicurarmi e tranquillizzarmi e la sua presenza è fondamentale per me.

Posso dire che mi trovo in sintonia con tutti i membri del team e per quanto riguarda la mia area di interesse, ammiro molto l’organizzazione e la precisione di Floriana, l’impegno e la passione che Chiara mette in ogni progetto, soprattutto dal punto di vista creativo. Sicuramente sono loro le persone dalle quali prendo spunto.

E poi non posso non nominare la temutissima e amabile Federica, responsabile dell’amministrazione che ogni giorno si assicura che torni a casa con la testa attaccata al collo e con la cerniera dello zaino rigorosamente chiusa, anche fuori dall’orario di lavoro.

In ultimo ma non per importanza, ci sono Laura che con la sua sensibilità riesce sempre a farmi esprimere al meglio e Susy una delle persone più generose e altruiste che conosco. Nonché la migliore di tutti :)

Per quanto riguarda la formazione ho seguito tanti videocorsi e leggo mensilmente dei libri di marketing e sulla scrittura per il marketing. Il mondo online si evolve continuamente, quindi la formazione non finisce mai. :)

Cosa consiglieresti a un aspirante copywriter? O meglio ancora a chi, come te, viene da una formazione giornalistica ma ambisce a conoscere anche il mondo digital?

Per conoscere le dinamiche del mondo digitale è inevitabile seguirne le dinamiche in modo costante, perché gli aggiornamenti sono all’ordine del giorno. Sicuramente un primo passo fondamentale consiste nel documentarsi, leggendo libri e articoli soprattutto inerenti alle logiche di funzionamento delle varie piattaforme. Solo avendo chiaro quali sono le finalità che perseguono, si può adattare la scrittura, di conseguenza.

Poi ovviamente una buona dose di passione non guasta :)

 

Grazie per la chiacchierata, Carmen!

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